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In Emilia-Romagna il “Centro di coordinamento per la resilienza delle coste ai cambiamenti climatici” dell’ONU

L’obiettivo è quello di preparare e informare le comunità costiere su sfide e soluzioni utili a contrastare il cambiamento climatico. Finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro

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Bologna – Trasformare le conoscenze sullo stato di salute del mare, comprendere e analizzare i cambiamenti climatici e gli effetti sull’ecosistema marino, trovare soluzioni avanzate per lo sviluppo sostenibile delle attività costiere.

Sono gli obiettivi ambiziosi del Centro ONU chiamato a coordinare le attività del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030), approvato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco. Ad ospitarlo all’interno del Tecnopolo sarà l’Università di Bologna, grazie a un finanziamento della Regione Emilia-Romagna di 2 milioni di euro: 400mila euro l’anno già dal 2022 per 5 anni, cifra messa nero su bianco in una delibera di Giunta.

La notizia è stata data ieri nel corso dell’Ocean Decade Forum, la conferenza ONU dedicata agli oceani che si tiene a Lisbona dal 27 giugno al 1^ luglio. L’Alma Mater Studiorum aveva presentato la propria candidatura, sostenuta da un protocollo di intesa sottoscritto con la Regione, nel corso del 2021.

Gli obiettivi del Centro

Il Centro – “Decade Collaborative Center-DCC Coastal Resilience” – si concentrerà sui temi della resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, sul miglioramento della comprensione dei processi che sottintendono ai mutamenti dello stato del mare, sulle connessioni multiple tra oceano e clima. L’obiettivo è generare soluzioni che possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire l’adattamento alle nuove condizioni. Le azioni del “Decennio delle scienze del mare” intendono inoltre migliorare i servizi di allerta precoce per tutti i rischi costieri legati a fattori geofisici, ecologici, biologici, meteorologici, climatici e antropici. Le azioni previste sono una trentina, selezionate tra oltre 300 proposte sorte a partire dal 2016, quando è nata da parte dei vertici delle Nazioni Uniti l’idea di dedicare un decennio allo studio dello sviluppo sostenibile degli oceani.

Il programma CoastPredict

L’Università di Bologna sarà chiamata in particolare a coordinare una delle azioni ONU previste, il programma “CoastPredictObserving and Predicting the Global Coastal Ocean”, pensato per sostenere i Paesi nel raggiungimento dell’obiettivo 14 dell’Agenda ONU 2030 (“Conservare e utilizzare in modo durevole oceani, mari e risorse marine per uno sviluppo sostenibile”). Lo scopo è perfezionare e rinnovare l’analisi scientifica delle trasformazioni che avvengono nelle aree costiere dei mari e degli oceani, per realizzare osservazioni e previsioni sia sulla loro variabilità naturale che sui cambiamenti indotti dall’azione umana.

Il DCC sarà ospitato dal Dipartimento di Fisica ed Astronomia sotto forma di un Centro dipartimentale che coordinerà le attività di altri sette dipartimenti: Scienze biologiche, geologiche ed ambientali, Scienze Politiche e sociali, Giurisprudenza, Ingegneria Civile, ambientale e dei materiali, Scienze mediche veterinarie, Scienze per la qualità della vita, Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale. Parteciperanno inoltre il ARPAE Emilia-Romagnal’ISMAR (Istituto di Scienze Marine) del CNR e il CMCC (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici): ciascuno sarà chiamato a mettere a disposizione le proprie competenze interdisciplinari.

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